CITIZEN OF A KIND

CITIZEN OF A KIND (Una cittadina più unica che rara)
di Park Young-Yu
Con: Byeong-eun Park, Eun-Jin Ahn, Myoung Gong, Yeom Hye-ran, Mi-ran Ra.
(Corea del Sud, 2024; 114’)

Deok-hee, madre single impiegata in una lavanderia, in seguito ad una truffa di phishing telefonico perde tutti i suoi risparmi; in più, a causa dei problemi economici, non riesce a pagare la retta scolastica dei suoi bambini, che le vengono tolti dai servizi sociali. La polizia, inoltre, si disinteressa al suo caso, uno dei tanti legati a call center ubicati all’estero… Non le resta che organizzarsi in proprio con una improbabile indagine in Cina, assistita da due colleghe di lavoro: un aiuto insperato le proviene da un giovane attirato oltre confine con l’inganno e costretto a lavorare in condizioni schiavili da una nuova forma di delinquenza organizzata. L’opera si concentra sulle vicende, un po’ paradossali, delle protagoniste mentre le piaghe del phishing e del traffico di esseri umani restano un po’ sullo sfondo. Il tono diviene, però, decisamente drammatico nel descrivere il violento stato di costrizione in cui vivono i giovanissimi centralinisti. Il mix di registri, che passano dal comico-grottesco, all’ironico, al tragico, è una cifra ricorrente in questo tipo di opere.
I coreani, come in quasi tutti i film, anche qui se le danno di santa ragione.