POOR THINGS di Yorgos Lanthimos

Con: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Suzy Bemba, Jerrod Carmichael, Kathryn Hunter, Vicki Pepperdine, Margaret Qualley, Hanna Schygulla

(Regno Unito)

(141’)

(Venezia ’80)

In una fantastica Londra pseudovittoriana, una ragazza suicida viene riportata in vita da un geniale dottore che le impianta un cervello in via di sviluppo. La giovane cresce con una intelligenza bambina e feroce e con una fame di vita e di apprendimento sfrenati.
Il regista cult di Lobster (2015), Il sacrificio del cervo sacro (2017), La favorita (2018), costruisce una favola sopra le righe, tratta dal romanzo omonimo di Alasdair Gray, grazie alla sceneggiatura di Tony McNamara. Il racconto utilizza elementi horror (Frankenstein è dietro l’angolo, ma è solo un punto di partenza) e accenni di steampunk in un pastiche fascinoso e minuziosamente accurato dal punto di vista della messa in scena.
Il corpo, i corpi e le loro alterazioni artificiali, raccontano di violenza, indifferenza nei confronti dell’altro, sete di possesso, ma anche mezzo per la conquista di uguaglianza sociale e di emancipazione femminile.
Emma Stone regala una interpretazione notevole, tanto più considerando le molteplici scene di nudo, mentre Mark Ruffalo si conferma istrione navigato. Molto intenso il lavoro di Willem Dafoe, nonostante il pesante trucco facciale che ne deforma la fisionomia.
Affascinante il lavoro sulla colonna sonora (Jerkin Fendrix), disturbante ed inquietante al punto giusto ma pur sempre sottilmente ironica nella scelta della strumentazione e dei leitmotiv.
Impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte ai costumi di Holly Waddington e alle scenografie di James Price e Shona Heat, i cui tanti dettagli svelati appaiono nei titoli di coda.
L’impressione generale, del tutto positiva, è quella di un giocattolo ben costruito per spettatori smaliziati con il plus della provocazione intelligente.

Alberto Piastrellini