THE WHALE di Darren Aronofsky
Con Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Samantha Morton, Ty Simpkins
Usa (117’)
(Venezia ’79)
Charlie, professore d’inglese, soffre di una grave forme di obesità a seguito del suicidio dell’amato. Le sue giornate passano chiuse in casa, tra lezioni online, cibo e visite dell’amica infermiera Liz. Dopo un attacco cardiaco che sancisce la condanna a morte del protagonista nell’arco di pochi giorni, Charlie decide di recuperare a tutti i costi il rapporto con Ellie, la problematica figlia adolescente, tenuta lontana dal padre per anni, ma Ellie non vuole saperne e l’unico modo per convincerla sarà attraverso un accordo: i temi per la scuola scritti dal padre per avere bei voti in cambio del suo tempo.
Il già acclamato Darren Aronowsky, Requiem for a Dream (2000), The Wrestler (2008), Il Cigno Nero (2010), porta sullo schermo della 79esima Mostra d’Arte Cinematografica un adattamento dell’omonima opera teatrale scritta da Samuel D. Hunter, qui sceneggiatore del film.
Sicuramente una narrazione efficace, scorrevole e mai noiosa. Fin dall’incipit, uno zoom in attraverso lo schermo di un pc nel riquadro completamente oscurato del protagonista mentre tiene una delle sue lezioni di lettere, il regista sembra voler immergere lo spettatore nel mondo interiore e psicologico di Charlie. Infatti tutto il racconto è polarizzato: si sarà sempre portati ad empatizzare e fare il tifo per il personaggio in questione.
L’accostamento del protagonista con la Balena bianca (Moby Dick) presa in considerazione per tutto il film salta immediatamente all’occhio: risultato di una sceneggiatura efficace e comprensibile. Gli elementi ricorrenti delle tante porte chiuse, con anche la costante e onnipresente pioggia concorrono, insieme alla prevalenze di tonalità cromatiche virate al giallognolo, a dare un senso di claustrofobica impotenza.
Ad accompagnare il tutto una colonna sonora molto presente… in questo senso le musiche, con netta prevalenza dei violini tra tutti gli strumenti d’orchestra in uso, sfociano in un commento sonoro molto didascalico e emotivo, soprattutto nel finale dove le forti e volutamente commoventi immagini non necessitavano, forse, di tale moltiplicazione e reiterazione anche sul piano sonoro.
Colpisce la notevole e delicata interpretazione di Brendan Fraser, prima trilogia de La Mummia (1999-2001-2008), Looney Tunes: Back in Action (2003), Viaggio al centro della terra (2008), il quale ha sottoposto il suo corpo ad un radicale cambiamento per entrare al meglio nella parte.