IL TEMPO CHE CI VUOLE di Francesca Comencini

Con  Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo

(Italia, Francia; 110’)

Fuori Concorso

L’immagine della balena in un vecchio libro di Pinocchio, spaventosa per una bambina che vive in una bella casa (ma solitaria e cupa) con suo padre, accompagna per tutta la narrazione la storia autobiografica che Francesca Comencini ha portato sugli schermi di Venezia 81, fuori concorso. Protagonista assoluto il rapporto della figlia con un padre importante, ingombrante, problematico, ma essenziale per il suo percorso doloroso di formazione. È costante l’analogia con la favola di Collodi, evocata continuamente: vecchi frames del muto, inserti grafici animati tratti dal vecchio libro illustrato, fino alla  ricostruzione esplicita del lavoro sul set dello sceneggiato TV di Luigi Comencini del ’72.

Tanti gli indizi musicali, che spaziano dalla musica leggera (“Et maintenant” di Gilbert Becaud, 1961; “Stasera mi butto” di Rocky Roberts, 1968;”Il cuore è uno zingaro” di Nicola Di Bari, 1971), alla ballata  rock di Neil Young “Hey Hey, My My” del 1979, ai grandi classici tanto amati da Comencini, cui vengono affidati i passaggi più struggenti dal “privato” al “pubblico” (La Moldava di Smetana e le manifestazioni dopo il rapimento di Aldo Moro, gli anni di piombo, l’arrivo massiccio delle droghe nello spaccio criminale italiano…) e di nuovo al “privato”, immerso in questa drammatica contemporaneità: intensa la scoperta della tossicodipendenza della figlia nel crescendo della Marcia Funebre della Settima di Beethoven, già evocata nel cosiddetto “accordo di sventura”, che accompagna la paurosa visione fanciullesca dei denti acuminati della balena nella figura del libro.

Salvezza e difficile riconquista di sé sarà il Cinema, una sorta di farmaco (con tutte le sfumature etimologiche del termine) passato attraverso l’eredità paterna, che consegna alla bambina “il sole a cavallo” e trasforma anche l’orrenda Balena in una nuvola, in un volo dell’immaginazione che è un omaggio al Cinema di tutti i tempi.

Coinvolgente dall’inizio alla fine la recitazione immersiva dei due protagonisti, un Gifuni-Comencini di altissima professionalità e una Vergano che è già più che una giovane promessa.

Nadia Ciambrignoni