VERMIGLIO – Maura Delpero

Con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari, Carlotta Gamba, Santiago Fondevila Sancet, Rachele Potrich, Anna Thaler, Patrick Gardener, Enrico Panizza, Luis Thaler, Simone Bendetti, e con Sara Serraiocco
(Italia, Francia, Belgio; 119’)

(Venezia 81)

1944: Vermiglio è il borgo sulle montagne trentine in cui Flavia, Ada e Lucia Graziadei, tre sorelle tra la preadolescenza e l’inizio dell’età adulta, vivono con padre, madre e diversi fratelli. In paese si aspetta la fine della guerra e si spera nel ritorno dal fronte dei soldati. Il capofamiglia è il maestro del paese e ogni mattina guida la processione dei bambini verso la scuola. È un punto di riferimento per tutti, ma anche un genitore esigente ed “ingombrante”. Un giorno dal fronte arrivano, dopo la diserzione, un  compaesano e Pietro, soldato di origini siciliane. Lucia se ne innamora. Ada, nel frattempo, vive con grandi sensi di colpa le confuse pulsioni che nascono in lei e il senso di inadeguatezza nei confronti della piccola Flavia, unica prescelta a proseguire gli studi.

Una narrazione elegante permette di seguire la vita semplice della famiglia Graziadei, soprattutto attraverso un uso sapiente di immagini, suoni e silenzi: i sogni e i desideri, i lutti e i traumi, le attese e la comunicazione epistolare che spesso non arriva. Essenziali i dialoghi, in dialetto, che definiscono una marcata separatezza dal resto del mondo.

I brani di musica classica, che il padre ascolta da pochi dischi comprati con grande sacrificio, costituiscono non solo un elemento ricorrente sonoro, ma suggeriscono anche un percorso: “le quattro stagioni” di Vivaldi, in particolare, indicano le fasi di una vita familiare in cui all’estate dei sogni succede un autunno del disinganno e l’inverno della cruda realtà. Potente il corale che risolve narrativamente, assieme al montaggio di poche inquadrature, la morte di un componente della famiglia.

Sin dalla prima scena, spazio privilegiato è quello dei letti, condivisi tra i fratelli e tra le sorelle, luogo intimo delle confidenze, dei segreti, delle tensioni, da cui partono le domande ingenue ma dense di verità del fratello minore.
Molte le assonanze con l’Olmi de “L’albero degli zoccoli”.

Intenso il finale, grazie ad un montaggio parallelo che definisce i destini e le analogie tra i personaggi: mentre Ada, con le sue pulsioni segrete e la sua intransigenza, si scoprirà simile al padre, che non la apprezza, il letto resta vuoto e la stanza buia. Si chiude una stagione della vita della famiglia.

Francesco Azzini
Fabio Sandroni