BABY INVASION – Harmony Korine

(Usa; 80’)

(Fuori concorso)

La realtà non esiste più”.
In questa frase, che ad un certo punto compare sullo schermo, la sintesi di “Baby Invasion”.
Harmony Korine, questa volta fuori concorso a Venezia 81, vuole minare le nostre certezze più profonde riguardo alla realtà e alla sua percezione.

Il film, interamente in soggettiva come un videogame “sparatutto”, riproduce in maniera iper-realistica le incursioni di alcuni giocatori nelle ville di ricche famiglie di Miami. Nel gioco, gli avatar hanno i volti inquietanti di neonati.
Lo schermo è impostato in 4:3 con l’aggiunta di chat vocale in continuo aggiornamento con proliferare frenetico di scritte, avvisi pop-up e adesivi. Un’opera immersiva e destabilizzante.

L’effetto del tutto ci riporta esattamente all’affermazione di partenza e a dubitare che ciò che abbiamo davanti agli occhi non sia solo finzione, ma che qualcuno stia effettivamente agendo negli spazi della realtà e che il gioco non sia solo una simulazione.
Non mancano i riferimenti ad un’intelligenza superiore che guida e controlla tutto.
Korine riesce sempre a provocare efficacemente lo spettatore, anche destrutturando il sistema narrativo tradizionale.

Francesco Azzini