FAMILIA – Francesco Costabile

Con: Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Marco Cicalese, Francesco De Lucia, Stefano Valentini

(Italia)

120′

(Orizzonti)

Gigi è il più piccolo, Alessandro ha qualche anno in più. I due bambini sono fratelli, e devono fare i conti con un padre violento e manipolatore; Licia, la loro madre, è terrorizzata; il ricorso alle istituzioni allontana i piccoli dai genitori, ma le ferite sono aperte.
Gigi è cresciuto e ha trovato i suoi punti di riferimento in un gruppo di picchiatori neofascisti. Fa l’esperienza del carcere e incontra nuovamente suo padre, che vuole tornare in famiglia…

Il regista e sceneggiatore di origine calabrese Francesco Costabile, dopo “Una femmina” (2022), porta sullo schermo un altro racconto tratto da una storia vera. L’opera è desunta, infatti, dall’autobiografia Non sarà sempre così, di Luigi Celeste, che nel 2008 uccise il padre e fu condannato a nove anni di reclusione per omicidio.

Film intenso, che sin dall’incipit sottolinea, attraverso la cifra della distorsione, il punto di vista di Gigi. La traccia indelebile del ricordo dei maltrattamenti subiti dalla madre (grande interpretazione di Barbara Ronchi) segnerà la vita di entrambi i figli e, in particolare, del più piccolo, che dovrà fare i conti sia con il padre reale, figura sempre incombente e minacciosa, sia con quello che inconsciamente porta dentro sé, da cui fatica a separarsi e liberarsi: le sue relazioni, infatti, tendono a reduplicare quelle vissute dal genitore. Se da un lato Gigi cerca un riferimento autoritario in Fulvio, capo del drappello di picchiatori, dall’altro non riesce a domare istinti di sopraffazione verso Giulia, la ragazza che ama.

Racconto crudo, ma anche disseminato di simboli: dalle porte chiuse ai camera look. Bella la corsa del finale e l’incrocio di sguardi tra il Gigi bambino e il Gigi adulto, che sembra suggerire la necessità di tornare indietro, dove sono radicate le cause e i traumi che generano il presente.
Da vedere.

 

—-Fabio Sandroni

———————————————————————————————————————————————–

Tratto da una storia vera, il film racconta la violenza domestica e psicologica perpetrata da Franco Celeste (Francesco Di Leva) nei confronti della sua famiglia. Il tutto viene narrato attraverso gli occhi del figlio Luigi Celeste (Francesco Gheghi).

Secondo film del regista Francesco Costabile (Una femmina, 2022), che torna a Venezia per colpire e ci riesce in pieno.

La tematica trattata è dura e complessa e, grazie ad una solida sceneggiatura, una recitazione encomiabile e una regia illuminata che si adatta perfettamente a pensieri, psicologia e comportamenti dei vari personaggi della “familia”, arriva efficacemente allo spettatore, componendo una moderna tragedia senza mai scadere in semplificazioni o clichés.

Una ricostruzione che porta sul grande schermo le ferite e le cicatrici che accompagnano per sempre chi vive questa situazione. Nello specifico vanno evidenziati l’uso di un sonoro pizzicato che, insieme alla scelta registica di rendere anche la movenza di una dolce carezza molto simile al gesto di strozzamento, contribuisce a trasportare su schermo la paura e l’ansia che si prova in una simile situazione, in cui ci si sente sempre “in guardia”, in cui qualsiasi cosa potrebbe far scattare l’ira del padre. Altra scelta registica da notare è il continuo rimando all’io bambino del protagonista, che, insieme ad un accostamento sia di immagini che di movenze tra padre e figlio, porta in primo piano le ferite psicologiche inferte impedendo al bambino di crescere.

Un’opera che spaventa, fa emozionare e riflettere, che non può fare altro che farci rispondere al grido disperato di un bambino ferito, che, in un ultimo camera-look, quasi ci implora: “Guardatemi!”.

—-Gianmarco Toson