MARCO di Aitor Arregi e Jon Garaño

Con: Eduard Fernández, Nathalie Poza

(Spagna)

108′

(Orizzonti)

Dopo aver vinto 12 premi Goya e aver celebrato oltre vent’anni di carriera assieme, la coppia di registi Aitor Arregi e Jon Garaño sbarca al Lido con un lungometraggio ispirato alla controversa vita di Enric Marco Battle, un uomo passato alla storia per aver finto – per più di 30 anni – di essere un deportato spagnolo nella Germania nazista.

Studiate scelte di regia permettono la creazione di un’atmosfera di attesa e di ricerca. La pellicola, infatti, è disseminata da indizi sia cinematografici, come il ciak iniziale e la caduta della macchina da presa nel momento dello svelamento, sia narrativi, come il costante richiamo al numero identificativo di deportazione, proposti mediante un sapiente montaggio parallelo, che genera dubbi nello spettatore sull’attendibilità del protagonista.

Funzionali all’analisi del personaggio sono anche i frequenti primi piani e i graduali zoom, che avvicinano e allontanano lo sguardo, come a suggerire una lente di ingrandimento puntata su Marco.

La fotografia è prevalentemente di tonalità calda, con l’alternanza di colori freddi e cupi nelle sequenze di maggiore tensione, dove la verità sembra lentamente venire a galla.

Ne emerge il ritratto di un grande affabulatore, ma anche di uomo solo e fragile, il cui desiderio più grande è quello di essere ricordato, a costo di costruire un castello di bugie sempre più alto.
Un racconto, inoltre, che apre all’interrogativo: COME viene narrata una storia può prevalere su CHI l’ha vissuta e subita sulla propria pelle?

Lorenzo Merlino
Raffaella Zoppi