ANYWHERE ANYTIME – Milad Tangshir
Con: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
85’
(Settimana Internazionale della Critica)
Il giovane Issa cerca di sopravvivere lavorando come rider, unico mestiere che possa farlo passare indenne sotto i radar dei controlli della polizia, vista la sua situazione di immigrato clandestino. Ma un giorno, durante una consegna, gli rubano la bicicletta…
Ambientata a Torino, l’opera, quasi omaggiando il neorealismo, si sofferma sui margini della città, sugli “invisibili”, strizzando l’occhio a ‘Ladri di biciclette’ (De Sica, 1948), ma solo come escamotage per parlare dei dimenticati di oggi. Viene così fotografata una realtà che è costantemente sotto i nostri occhi, ma che, spesso, rimane sconosciuta.
Film d’esordio dell’abile Milad Tangshir, che dimostra capacità e padronanza tecnica mentre rappresenta una storia di alienazione accentuata anche dall’attenta modulazione della colonna sonora. La gestione dello spazio rende, volutamente, Torino una città universale, anonima, potrebbe essere qualunque luogo, come ci suggerisce anche il titolo dell’opera ANYWHERE ANYTIME.
Issa è presentato seduto, frontale, incorniciato in mezzo a dei bancali del mercato di Porta Palazzo mentre lavora, rendendo subito chiaro di chi sono gli occhi attraverso i quali seguiremo il susseguirsi degli eventi. In maniera quasi antitetica il personaggio viene congedato: di spalle, sempre in una cornice e al lavoro, mentre si allontana girandosi al richiamo di un nome, che non è il suo.
Irene Sandroni