MARIA – Pablo Larraín

Con: Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Haluk Bilginer, Kodi Smit-McPhee

(Italia, Germania, Usa)

124’

(Venezia 81)

È la storia degli ultimi anni di vita trascorsi a Parigi della celebre soprano Maria Callas (cui dà corpo la nota Angelina Jolie).

A distanza di solo un anno dalla vittoria del premio Osella miglior sceneggiatura per El Conde, il regista Pablo Larrain torna al Lido per presentare il film, in concorso, Maria, che rappresenta l’ultimo capitolo della trilogia dedicata alle grandi icone femminili del XX secolo, iniziata con Jackie (2016), film biografico incentrato sulla first lady Jacqueline Kennedy, e proseguita nel 2021 proprio alla Mostra di Venezia con Spencer, che ricostruisce i prodromi della separazione tra Lady Diana e l’allora principe di Galles, Carlo.

Il racconto procede con l’utilizzo ricorrente del flashback per restituire non solo gli straordinari momenti di gloria del passato della grande artista lirica e le standing ovation del pubblico, ma anche – attraverso l’uso di un emozionante bianco e nero – il senso di malinconia degli anni di permanenza in Grecia durante l’occupazione nazista.

La dimensione del ricordo riaffiora anche quando la protagonista rivive i suoi anni al fianco del milionario greco Aristotele Onassis.

Nonostante l’ottima ricostruzione dei luoghi e dei costumi e l’eccezionale scelta della fotografia, il film risente di una sceneggiatura piuttosto debole che, benché cerchi di far spiccare il carisma, il dolore e la disperazione e la sostanziale solitudine esistenziale del personaggio, non riesce fino in fondo nell’intento anche a causa di una regia non del tutto convincente.

Nel complesso, comunque, una pellicola da visionare.

Raffaele Piccirillo

Giulia Salvato

Lorenzo Merlino