JANUÁR 2 – Zsófia Szilágyi

Con: Csenge Jóvári, Zsuzsanna Konrád

(Ungheria)

86′

(Biennale College)

Ági aiuta la sua amica Klára a traslocare dopo la separazione dal marito. Il tragitto è l’occasione, per entrambe, di fare i conti con il presente tenendo conto del passato. Il tutto alle soglie dell’anno nuovo: il 2 gennaio.

I percorsi si ripetono in auto tra la vecchia abitazione della coppia e la piccola stanza in affitto, che  gradualmente si riempie di cose “irrinunciabili”: il ficus, i pesci rossi, gli scaffali, i giochi dei bambini (bambini che scompaiono subito dopo l’incipit)… Scale e strade sono lo spazio privilegiato dal racconto, fotografato con macchina a spalla. L’instabilità e l’incertezza costituiscono la cifra stilistica che sottolinea lo stato delle relazioni tra i personaggi, che spesso si svolgono in luoghi claustrofobici dai colori freddi.

Interessanti e indizianti gli elementi simbolici insistiti della porta del bagagliaio bloccata e della chiave che, non riuscendo a trovare il giusto scatto nella serratura, costringe le protagoniste in una situazione di attesa.

Lo stile minimalista dell’opera è espresso in una colonna sonora sobria e nei dialoghi essenziali, ma sempre autentici, per restituirci un senso di verosimiglianza rispetto alla realtà. La regista approfitta dell’originale e alternativo punto di vista dell’amica per approfondire il tema della sempre difficile chiusura di un rapporto e delle diverse modalità di comunicazione: se Klára parla con il nuovo compagno solo tramite messaggi, Ági fa fatica ad esprimersi spontaneamente di persona, ma preferisce agire per dimostrare le sue reali intenzioni.

L’opera seconda dell’ungherese Zsófia Szilágyi (classe 1978), che rifiuta ogni scioglimento prevedibile, è condotta con mano sicura, capace di tratteggiare personaggi volutamente opachi, di difficile immedesimazione.

Interessante da vedere.

Irene Sandroni

Raffaella Zoppi