SEPTEMBER 5 – Tim Fehlbaum

Con: Peter Sarsgaard, John Magaro, Ben Chaplin, Leonie Benesch

(Germania)

90′

(Orizzonti Extra)

1972, Olimpiadi di Monaco.

La troupe sportiva dell’emittente televisiva ABC, grazie alle nuovissime tecnologie satellitari, si trova in prima linea per la cronaca, in diretta, delle varie gare sportive giorno per giorno. La vicenda ricostruisce da vicino gli eventi dell’attentato ai danni della delegazione israeliana da parte di alcuni terroristi palestinesi, per la prima volta ripresi e raccontati in diretta mondiale.

Mentre il tempo scorre, i resoconti cambiano e si diffondono voci contrastanti; con le vite degli ostaggi in bilico, il team dei produttori e la troupe televisiva si troveranno a dover prendere decisioni difficili per riuscire a dare la notizia di cronaca che ha cambiato per sempre la copertura mediatica e la diffusione delle notizie in diretta.

La sceneggiatura, che rende la narrazione agile e tagliente, ben contribuisce a dare colore ad un thriller dove vengono mostrate tutte le fasi di costruzione di una notizia televisiva, dall’attesa della duplice conferma di una fonte, a tutti gli accorgimenti per rendere scorrevole all’avido sguardo dello spettatore il continuum del servizio televisivo in diretta: il tappeto di immagini, le sovrimpressioni, i mascherini, i replay in slow-motion, i fermo immagine e le parole esatte da far usare all’anchorman per evitare possibili future incomprensioni e incidenti (si veda a tal riguardo, se appassiona il genere, la serie TV The Newsroom di Aaron Sorkin, HBO, 20 12-2014).

Il regista, con l’obiettivo di raccontare una storia su potere delle immagini e responsabilità giornalistica, si interroga sul ruolo dei media e del giornalismo nel mondo contemporaneo. Attraverso l’inclusione di filmati originali, l’utilizzo dei numerosi movimenti di macchina gestiti da camere a spalla, reaction-shot, primissimi piani, dialoghi taglienti e una strutturale colonna sonora, va costruendosi una tensione sempre crescente, che fa sentire lo spettatore completamente coinvolto nelle medesime questioni etico-morali vissute dalla troupe televisiva.

Se rimangono vere le parole dell’ormai celebre dirigente televisivo Roone Arledge “It’s not about politics, it’s about emotions”, fa ancora più rumore lo scomodo quesito lasciato aperto: qual è il confine tra notizie e spettacolo?

Irene Sandroni