MAGYARÁZAT MINDENRE (UNA SPIEGAZIONE PER TUTTO) di Gábor Reisz
Con: Gáspár Adonyi-Walsh, István Znamenák, András Rusznák, Rebeka Hatházi, Eliza Sodró, Lilla Kizlinger, Krisztina Urbanovits
(Ungheria, Slovacchia)
(151’)
(Orizzonti)
Il giorno della maturità, durante la prova orale di storia, Abel fa drammaticamente scena muta. Unico appiglio, cui cerca di aggrapparsi il protagonista per evitare l’ira e la delusione del padre, è quello di far leva sul disprezzo reciproco tra il professore di storia e il genitore. Ed è da un’ ingenua domanda rivolta al ragazzo su una spilletta commemorativa dimenticata sulla giacca che si aprono antiche e moderne ferite di una Nazione ancora spaccata in due.
Il regista e sceneggiatore Gábor Reisz ha pensato ad un intreccio dove tre generazioni di uomini si scontrano nell’Ungheria dei giorni nostri in un racconto che si sviluppa per capitoli e a più voci. Lo spettatore segue svariati punti di vista, alcuni più attendibili di altri, in un continuo tentativo di far rivivere l’esperienza di tutte le parti chiamate in causa. In questo mosaico di voci e sguardi tutti concorrono a raccontare le grandi contraddizioni interne al paese. Ricorrente il tema della fuga per mettersi in salvo da queste dinamiche potenzialmente distruttive; a tale proposito è importante citare le lunghe e svariate carrellate che riprendono Abel in bici a tutta velocità o mentre corre senza mai guardarsi indietro. Indiziante la colonna sonora: dai suoni dei fastidiosi rumori degli elettrodomestici che distraggono e agitano il protagonista, alle evocative intonazioni del coro di voci bianche.
Il risultato è un prodotto che ben restituisce l’immagine di un popolo diviso, alimentato da rancore e odio, dove le vecchie ferite inflitte dall’ex-Unione Sovietica sono ancora sanguinanti. E mentre gli adulti sono impegnati a rimanere fermi nelle loro convinzioni politiche, non si accorgono del ragazzo che intanto non riesce a trovare una voce propria.
Irene Sandroni