FERRARI di Michael Mann

Con: Adam Driver, Penélope Cruz, Shailene Woodley, Sarah Gadon, Gabriel Leone, Jack O’Connell, Patrick Dempsey

(Usa)

(130’)

(Venezia ’80)

Nell’estate del 1957 la casa di Maranello è sull’orlo del fallimento economico e necessita di finanziatori esterni; i coniugi Ferrari stanno ancora elaborando il lutto della perdita del figlio quando la moglie scopre la lunga relazione che lega Enzo all’amante (da cui ha anche un figlio). L’occasione della Mille Miglia fa da sfondo ad una drammatica resa dei conti.
A partire dal volume: “Enzo Ferrari: The Man, The Cars, The Races, The Machine” di Brooks Yates da cui Troy Kennedy Martin trae la sceneggiatura, Michael Mann, regista di Strade violente (1981), Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986), L’ultimo dei Mohicani (1992), Heat la sfida (1995), Insider – dietro le verità (1999), Collateral (2004), Nemico Pubblico (2009) costruisce un biopic estremamente patinato che paga lo scotto della grande produzione americana nell’approcciare un dramma made in Italy.
Si nota un certo indulgere alla “cartolina” e a luoghi comuni del Belpaese, persino con qualche forzatura: ad esempio, nella sequenza della Messa degli operai, con il commento sonoro che bordeggia fra un’inaspettata polifonia classica e un ancor più stucchevole “Ave Verum Corpus” di W. A. Mozart; oppure in quella del confronto fra i coniugi montato in parallelo al duetto “Parigi o cara” da La Traviata.
Si sottolinea positivamente l’uso di un montaggio al cardiopalmo nelle sequenze di corsa, mentre la costruzione dei personaggi non va al di là del bozzetto a tratti persino caricaturale. L’opera ha comunque il merito di aver riportato sotto i riflettori una storia poco nota al grande pubblico.

Alberto Piastrellini