NORMALE di Olivier Babinet (+16)

Il 52enne Olivier Babinet ha dichiarato sul film: “In quale epoca esatta è ambientato NORMALE? Che adolescenza è questa? Da un lato, volevo attingere ai miei ricordi: Lucie, sono io in molti modi, con i dubbi, i complessi, le fantasie e le frustrazioni d’amore che tutti conosciamo a quell’età. Quando invece lavoro con attori adolescenti, mi piace lavorare con quello che loro sono “nel presente”, nella loro vita reale, anche se sono molto lontani da quello che ho conosciuto io. Quindi sono stato lieto di rifiutarmi di decidere, e questa esitazione sulla temporalità ha finito per dare al film la sua identità: si svolge in una realtà che non è proprio una. Siamo ovviamente in Francia, ma… è una Francia che vorrebbe scappare da se stessa!”

Nel racconto si moltiplicano narrazioni e rappresentazioni: dal teatro alle scene di film horror, dal videogame fino alle divagazioni sviluppate sul diario dalla protagonista. Assistiamo così alla costruzione di un sistema di scatole cinesi narrative che, probabilmente, al di là della valenza di metafora, servono per prendere le distanze da tematiche scivolose: quelle della malattia, del dolore e della loro accettazione, che vuol dire “fare i conti con un mostro” o “giocare con la morte”. C’è qualcosa di orribile che è necessario “vedere”. Di qui la reiterata citazione degli horror/splatter anni ’80, mentre la protagonista/narratrice sovrappone racconti, non necessariamente veri: ma non è proprio questo che sempre fa il Cinema?

Di seguito la scheda del laboratorio CGS.

Normale