YUDO 湯道 di Suzuki Masayuki

Con Hamada Gaku, Hashimoto Kanna, Ikuta Toma

Giappone (126′)

(Far East Film Festival 25)

Shiro ha ereditato, insieme a suo fratello Goro, il sento (bagno pubblico giapponese) di famiglia dal padre e vuole farlo demolire per costruirci sopra un condominio. Goro e la nuova impiegata, Izumi, si oppongono alla sua idea. Il Marukin è un posto pittoresco di quartiere dove vengono a convergere le vite e le quotidianità dei clienti abituali, peculiari personaggi di questo film.

Una commedia nostalgica dedicata alla cultura del bagno pubblico giapponese, dove “la Via del Bagno” (Yudo) è una disciplina fondamentale per chi vuole rispettare l’estetica e la profonda spiritualità dei “maestri” di immersione nella vasca. I colori saturi, ma calorosi delle immagini trasportano lo spettatore in un’atmosfera confortevole e accogliente dove nessun oggetto è fuori posto e tutte le inquadrature sono costruite simmetricamente al dettaglio. La macchina da presa è caratterizzata da un dinamismo che attraversa gli spazi e i muri, in particolare quelli che, nel sento, separano la parte femminile da quella degli uomini, in un’ esplorazione dello spazio a tutto tondo. I personaggi, ognuno con la propria storia e le proprie specifiche peculiarità, hanno un’entrata in scena e, alcuni, persino un tema musicale, che li presenta e li caratterizza. Quando si conclude il loro filone narrativo cala il sipario con un fondue al nero. La colonna sonora è composta da canzoni popolari giapponesi e statunitensi del XX secolo che, alternandosi nel racconto, coinvolgono emotivamente lo spettatore dal Sol Levante fino all’occidente. Suzuki Masayuki costruisce un tenero e piacevole omaggio alla tradizione del sento giapponese, che viene contestualizzata ai giorni nostri in un’eccentrica e nostalgica estetica alla Wes Anderson.