ABANG ADIK 富都青年 di Jin Ong

Con Wu Kang-ren, Jack Tan

Malesia (115′)

(Far East Film Festival 25)

È la storia di Abang e Adik, fratelli privi di documenti che vivono a Kuala Lumpur nel quartiere di Pudu Pasar. Abang è un ragazzo sordo-muto che cerca di trovare uno scopo nella vita per ritrovare un’identità lavorando sodo per guadagnare soldi in modo pulito. Adik vive di estremi: si caccia nei giri più loschi vendendo documenti falsi, prostituendosi e incappando in risse con i gangster locali, per poi farsi sempre salvare dal fratello maggiore. Un tragico avvenimento sconvolge la vita già precaria dei due protagonisti, che si ritroveranno ad essere fuggitivi precipitando fino ad un punto di non ritorno.

Opera prima del regista Jin Ong che usa come strumento di comunicazione il non verbale. Nella narrazione i silenzi sono riempiti da sguardi ed espressioni intense e penetranti. Notevole prova attoriale, soprattutto di Wu Kang-ren nei panni di Abang. Spesso lo spettatore si accorge che la prospettiva sonora è proprio quella del ragazzo grazie all’ottundimento dei rumori o all’assenza totale di essi, anche nei momenti più carichi emotivamente. Il commento musicale, quando è presente, spesso sovrappone piste diegetiche con piste extra-diegetiche in contrasto tra loro creando un senso di turbamento, che lascia allo spettatore ulteriori “indizi emotivi” per la lettura di ciò che sta osservando. Anche la costruzione iconica è accurata: Abang e Adik sin dall’inizio incastrati tra sbarre e ringhiere, a volte insieme, altre separati da esse, sono paragonati visivamente ad animali da macello come polli e schiacciati da altissimi palazzi diroccati; i due ragazzi sono oppressi e non hanno vie di fuga. Le parole della lingua dei segni scandite con veemenza da Abang nei momenti più tragici sono un ponte di comprensione universale in una realtà dove vengono parlate contemporaneamente quattro diverse lingue (mandarino, cantonese, malese e inglese). Le sue parole esprimono la frustrazione della vita ingiusta di chi vive ai margini della società ed è vittima di un riscatto mancato. Il film sottolinea queste tragiche tematiche con espedienti poetici ed evocativi. Un’opera di alto livello, fortemente raccomandata.