A LIGHT NEVER GOES OUT 燈火闌珊 di Anastasia Tsang
Con Sylvia Chang, Simon Yam, Henick Chou, Cecilia Choi
Hong Kong (103′)
(Far East Film Festival 25)
Heung è una donna vedova che vive ad Hong Kong determinata a realizzare l’ultimo desiderio di suo marito Bill, fabbricante di insegne al neon, che sognava di ricostruire una delle sue vecchie opere.
Un racconto nostalgico e malinconico di un amore che nasce in una città splendente, piena di luci, nel suo periodo più aureo, ma che piano piano perde il suo bagliore e decade con lo smantellamento di un’insegna dopo l’altra in seguito a una legge sulla sicurezza promulgata dal governo. La città si spegne, come anche la vita di Bill. Nella narrazione abbiamo due dimensioni che si alternano sullo schermo: il periodo d’oro di Hong Kong, quando Heung e Bill si conoscono da ragazzi, è caratterizzato dai bagliori delle luci al neon che pervadono l’inquadratura con un’aura soffusa di calore quasi onirica; mentre i giorni nostri si tingono di toni cupi, grigi e spenti dove l’unico fioco tepore è emanato dalle poche insegne semi fatiscenti rimaste in piedi. Ricorrente è ronzio prodotto dalle luci al neon che accompagna la narrazione insieme alla malinconica musica evocativa. La storia d’amore che viene raccontata non riguarda solo Heung e suo marito, ma anche il profondo sentimento di affetto e nostalgia per una città che con il suo bagliore era diventata simbolo e icona di un momento storico. Una lettera d’amore piena di elementi poetici alla città di Hong Kong e ai suoi artigiani fabbricanti di insegne al neon. Opera interessante e esteticamente curata, da vedere.