MARRY MY DEAD BODY 關於我和鬼變成家人的那件事 di Cheng Wei-hao

Con Hsu Kuang-han, Austin Lin, Gingle Wang, Tou Chung-hua

Taiwan (130’)

(Far East Film Festival 25)

Ming Han, detective delle forze di polizia, impulsivo, omofobo e prevenuto, si trova sposato con Mao Mao, giovane ragazzo morto in seguito a un incidente. Da quel momento la sua vita inizia a prendere una svolta inaspettata che gli permetterà di rimettere in discussione se stesso e le sue convinzioni.

La narrazione unisce elementi di generi completamente diversi quali horror-fantasy e commedia in un ritmo frenetico e coinvolgente. Il fantasma che non riesce a reincarnarsi a causa di irrisolti, topos ricorrente nelle produzioni dell’estremo oriente degli ultimi anni, consente alla narrazione di addentrarsi in un thriller dai toni leggeri, senza tralasciare, tuttavia, momenti di riflessione su tematiche profonde quali l’accettazione dell’omosessualità all’interno della società taiwanese. L’ambientazione, a volte quasi-surreale, è caratterizzata da colori accesi e al neon, che fotografano l’incontro tra ritualità tradizionale-religiosa, mondo dell’assurdo immaginario e mondo reale attuale in un’unica dimensione. L’umorismo, a volte spiazzante, consiste in situazioni al limite del paradossale e del demenziale che si alternano, con tagli netti, a momenti drammatici e malinconici: associazioni di immagini e stacchi dinamici sparsi lungo tutta la narrazione rendono il film godibile nel suo insieme.