THE ETERNAL DAUGHTER di Joanna Hogg

Con Tilda Swinton, Joseph Mydell, Carly-Sophia Davies

Regno Unito, Usa (96’)

(Venezia 79)

Julie, una regista, decide di scrivere una sceneggiatura che immortali il legame che ha con la madre, Rosalind, donna anziana poco avvezza ad essere ricoperta di attenzioni. Per affrontare il lavoro le due soggiornano in un antico castello di famiglia, ora convertito in hotel, dove la signora ha vissuto in gioventù. Qui cominciano ad affiorare ricordi, ricordi dolorosi, storie di famiglia che Julie non avrebbe mai immaginato.

Sono l’atmosfera fredda dell’inverno Gallese, rispecchiata nell’editing del colore, insieme al ritmo recitativo lento e posato delle protagoniste a donare alla pellicola quell’inquietudine della calma che precede una tempesta, istillando nello spettatore l’attesa di un colpo di scena. Pochi gli attori che si alternano sullo schermo, ma scelti con cura.

Sicuramente meritata la candidatura alla Coppa Volpi per Tilda Swinton, la quale interpretando sia Rosalind che sua figlia Julie, continua a dimostrare (come se ce ne fosse bisogno) di saper superare ogni sfida recitativa.