IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio
Con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco
Italia (134’)
(Venezia ’79)
Le formiche che vivono sempre in comunità accompagnano nella loro teca il prof. Aldo Braibanti, studioso eclettico che vive in disparte, solo, con addosso la riprovazione dell’intera comunità a causa della propria omosessualità, ma al centro di un cenacolo di giovani, talvolta semplici, di provincia, ma alla ricerca di qualcosa che vada oltre la Chiesa bigotta e la festa dell’Unità del “Grande partito operaio” altrettanto bigotto.
In questo ambiente emiliano a cavallo tra fine anni ’50 e anni ’60, il regista Gianni Amelio ambienta la narrazione. Si rincorrono elementi autobiografici e riferimenti ed omaggi a Pier Paolo Pasolini: la madre di Braibanti molto simile a quella del poeta (anche nel nome), il ragazzo di vita, l’insistenza sulla poesia…
Emergono prepotenti le tematiche del pregiudizio, delle chiusure drammatiche e delle carenze legislative, nonché dell’incapacità di tutta la cultura dell’epoca (a partire da quella medico-psichiatrica, fino ad arrivare all’opinione pubblica e agli stessi gruppi gay): una sceneggiatura fortemente tematizzata quindi, ma necessaria per un percorso di serena condivisione ancora in fieri.
Amelio affronta con onestà ed indignazione tematiche storicamente irrisolte concentrandosi in particolare sulla questione del reato di plagio, figura giuridica che all’epoca veniva spesso impropriamente chiamata in causa per affrontare le situazioni scabrose all’interno dei rapporti tra chi ha un ruolo carismatico e i minori a questi affidati.
Convincenti ed intense le prove attoriali del duo Lo Cascio – Germano; qualche tempo dilatato rischia la scivolata nel melò, per riprendersi subito dopo.