LOVE LIFE di Kôji Fukada
Con Fumino Kimura, Kento Nagayama, Atom Sunada
Giappone, Francia (123’)
(Venezia ’79)
L’apparente ménage tradizionale di una giovane famiglia giapponese si rivela poco a poco allo spettatore in un prologo che presenta una routine serena, con qualche nota disarmonica: un’invitata sconosciuta ad un compleanno, un padre che non accetta la “famiglia allargata” del figlio più grande e una moglie che ha già un bambino di 6 anni, Keita, nato da una precedente relazione.
Quando un insospettato tragico incidente fa irruzione nella vita dei protagonisti, la precedente “vita amorosa” cui allude il titolo inizia un percorso di distruzione e, paradossalmente, di progressiva ricostruzione, fino a raggiungere un autentico, nuovo punto di partenza alla fine del film.
I gesti, le posture, le parole, gli oggetti messi in quadro dal regista giapponese Koji Fukada, sono sempre portatori di significato e veicolano tematiche di forte caratura per la nostra contemporaneità: la fatica nel costruire relazioni, la difficoltà di comunicare in modo autentico, l’emergere di nuovi modi di essere famiglia, il bisogno imperioso di prendersi cura gli uni degli altri e i rischi che questo bisogno comporta, la tradizione che si scontra con l’innovazione.
Il linguaggio dei segni e le differenti culture, giapponese e coreana, aggiungono ulteriori suggestioni di senso alle frequenti inquadrature di finestre, specchi, ringhiere, scale, terrazzi che separano i personaggi, alla costante ricerca della capacità di “guardarsi negli occhi”.