Mercoledì 4 settembre. Ottava giornata di Mostra
Venezia 76
LAN XIN DA JU YUAN – SATURDAY FICTION
Regia Ye Lou
Interpreti Gong Li, Mark Chao, Joe Odagiri, Pascal Greggory, Tom Wlaschiha, Huang Xiangli / Cina / 126’
1941. A Shangai, nei giorni che precedono l’attacco giapponese di Pearl Harbor, l’attrice e star nazionale Jean Yu (raffinata l’interpretazione di Gong Li) lavora in segreto per gli Alleati… Una Spy story noir filmata in un bianco e nero opaco, come opaca sarà l’intera storia, e con immagini in continuo movimento (macchina a mano), realizzando un intrigante e significativo contrasto tra cinema di una volta e modalità di ripresa attuali. Il teatro fa da plot speculare al racconto. Confezione elegante per un prodotto di buon livello che sviluppa molti topoi del genere: amore e morte, l’inganno e il tradimento, il motivo del doppio, il rapporto tra realtà e finzione (che fin dall’incipit viene fortemente tematizzato).
Fuori concorso
45 SECONDS OF LAUGHTER
Regia Tim Robbins
Usa / 95’
Si tratta di un documentario che racconta il laboratorio teatrale realizzato in un carcere californiano di massima sicurezza. I detenuti,guidati da un team esperto del metodo Stanislawskj, compiono passi significativi nell’affermazione di se stessi e nella gestione delle proprie negatività. In alcune scene si intravvede Tim Robbins, anima del progetto teatrale, produttore e regista del film. I detenuti-attori, seguiti dalla cinepresa con sensibilità e partecipazione, attraverso il pesante trucco circense e l’uso delle tradizionali maschere della Commedia dell’Arte, riescono a scoprirsi , e a farsi scoprire, diversi e forse migliori di come si sono sempre valutati.
Orizzonti
BLANCO EN BLANCO
di Théo Court
con Alfredo Castro, Lars Rudolph, Lola Rubio, Esther Vega, Alejandro Goic, Ignacio Ceruti / Spagna, Cile, Francia, Germania / 100’
Nella terra del Fuoco, il fotografo Pedro viene chiamato dal misterioso Mr. Porter, potente proprietario terriero, per fotografare la giovanissima fidanzata in prossimità del loro matrimonio. Il fotografo si arena in un ambiente duro e inospitale dove il popolo Selkman viene brutalmente cacciato dai bianchi. Questi, a loro volta, sono vittime degli stessi proprietari terrieri che finanziano l’insediamento forzato delle colonie, senza mai comparire. Il film è fatto di silenzi e lunghe sequenze fotografiche molto curate in una trama di eventi estremamente dilatati che compongono il quadro di un universo gelido e spietato, simbolo della brutalità intrinseca nel rapporto distorto tra oppressori e oppressi. Film esigente con lo spettatore; per amanti della fotografia.
Venezia 76
THE PAINTED BIRD
Regia Václav Marhoul
Interpreti Petr Kotlár, Udo Kier, Lech Dyblik, Jitka Čvančarová, Stellan Skarsgård, Harvey Keitel, Julian Sands, Barry Pepper, Aleksey Kravchenko / Repubblica Ceca, Ucraina, Slovacchia / 169’
Il titolo, metaforico ed evocativo, viene svelato nel mezzo del film attraverso una similitudine tra il mondo animale e quello umano, che non si rivelano poi così distanti.
La narrazione è rude e cruenta, nonostante le scene più disturbanti siano accuratamente suggerite allo spettatore e non esibite in modo eccessivo o gratuito.
La fotografia è molto curata, come anche la ricostruzione storica di ambiente e costumi;
la musica, prevalentemente evocativa, evidenzia ed enfatizza i diversi momenti e le diverse sensazioni.
La scelta del bianco e nero può richiamare “Schindler’s list” e le tematiche ricordano “Un sacchetto di biglie”, ma il regista stesso afferma di voler sottolineare in particolare la paura dei civili nei confronti di un regime che li rende ciechi e violenti contro i propri simili, trasformandoli in crudeli giudici della vita incapaci di salvare persino la più innocente gioventù, in un mondo in cui ogni uomo è considerato “nemico”.
Sconfini
IL VARCO
Regia Federico Ferrone, Michele Manzolini
Interpreti Emidio Clementi / Italia / 70’
Si tratta di un documentario a soggetto in cui sono stati riutilizzati interessanti materiali d’epoca per narrare la campagna di Russia intrapresa dall’esercito italiano. Il materiale è stato assemblato per raccontare la progressiva estraneità alla guerra di un giovane ufficiale che parla russo e si rende ben conto della montante ostilità della popolazione, in un primo tempo quasi favorevole agli invasori, e delle oggettive difficoltà dovute al clima rigidissimo e ai contrasti con i tedeschi. Il film inizia con la voce della madre che narra in russo al figlioletto una fiaba popolare; in un interessante tappeto sonoro la dolcezza materna viene sostituita da suoni di percussioni che accompagnano le truppe in movimento. Colpisce la capacità espressiva e l’abilità tecnica degli operatori di guerra nelle sequenze d’epoca che vengono alternate a materiali a colori contemporanei.
Venezia 76
GUEST OF HONOUR
Regia Atom Egoyan
Interpreti David Thewlis, Laysla De Oliveira, Luke Wilson, Rossif Sutherland / Canada / 105’
La vicenda si svolge contemporaneamente lungo più archi temporali differenti collegati da un tragico evento. Veronica, direttrice di un’orchestra giovanile, si trova a dover ricostruire il suo passato e il rapporto con il padre Jim (egregiamente interpretato da David Thewlis), scoprendo passo dopo passo i pezzi mancanti al puzzle della vita di entrambi. La narrazione procede attraverso diversi racconti che si sovrappongono definendo gradualmente i confini del mistero. Il confronto con il sacerdote per l’elogio funebre del genitore, costringe la giovane a ricordarne il lavoro: le azioni dell’uomo divengono così un sistema di esche per dare significato all’intero film. Anche la colonna sonora talvolta sovrappone significativamente più temi dissonanti, alludendo a qualcosa che “non torna”. Coinvolgente la tensione e bravi gli attori. Sebbene nella sceneggiatura alcuni nodi restino irrisolti, il film è una pregnante riflessione sulla (in)capacità di perdonare e perdonarsi.