Martedì 3 settembre: settima giornata di mostra
Venezia 76
ABOUT ENDLESSNESS – OM DET OÄNDLIGA
Regia Roy Andersson
Interpreti Jane-Ege Ferling, Martin Serner, Bengt Bergius, Tatiana Delaunay, Anders Hellström, Thore Flygel / Svezia, Germania, Norvegia / 73’
Prosegue la riflessione sul senso della vita di Roy Andersson (Leone d’oro 2014 con “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza”).
Poco più di 30 quadri di ordinaria solitudine. Uomini-maschera con i loro drammi, inevitabilmente grotteschi dal punto di vista del narratore onnisciente, che sceglie di osservare da distante e a camera fissa i brevi stralci di storie. Tempi dilatati, battute reiterate, sguardi atoni, prevalenza di colori neutri caratterizzano conflitti, incubi, dubbi, dolori, la grande Storia e le piccole storie.
Tutto da distante sembra ironicamente indifferenziato, ma anche sorprendentemente aperto al paradosso: la vita continua senza fine il suo ciclo.
Settimana della Critica
LOS OCEANOS SON LOS VERDADEROS CONTINENTES
Di Tommaso Santambrogio
Con Alexander Diego, Edith Ibarra / Italia 2019 / 20′
La storia d’amore tra Alex ed Edith viene raccontata attraverso poche scene frammentarie, intime e minimali, in un graffiante bianco e nero, nella Cuba contemporanea. Uno spazio decadente e piovoso, indizio incombente di partenza necessaria, diviene emblema di spazio amato da cui bisogna separarsi. Breve ed intenso.
Settimana della Critica
TONY DRIVER
di Ascanio Petrini
Con Pasquale Donatone / Italia, Messico 2019 / 73′
La vera storia di Pasquale Donatore (che si fa chiamare Tony Driver), italiano cresciuto e vissuto per 40 anni in America e poi espulso per complicità dell’immigrazione clandestina al confine con il Messico. Lo ritroviamo a vivere da solo in una grotta a Polignano a Mare, ma non sa rinunciare al sogno di rientrare in USA.
Il racconto procede come un film verità, interpretato dallo stesso Donatore, contaminando fiction e documentario. Suoni e rumori sono quelli della realtà, la fotografia si fa documentazione e, a tratti, sguardo intimo, il confine tra interpretazione e testimonianza scompare.
Un originale lavoro sul tema dei confini e sul desiderio di scavalcarli.
Giornate degli Autori
BARN – BEWARE OF CHILDREN
di Dag Johan Haugerud
Con Henriette Steenstrup, Jan Gunnar Röise, Thorbjörn Harr, Brynjar Bandlien, Andrea Bræin Hovig, Hans Olav Brenner, Anne Marit Jacobsen, Ella Øverbye / Norvegia, Svezia, 2019 / 157′
In una scuola norvegese, la 13enne Lykke, figlia di un esponente politico della sinistra ferisce a morte l’amico coetaneo Jamie, figlio di un leader della destra locale. Un gioco innocente finito male? Omissione di sorveglianza dei docenti? Le relazioni tra i tanti personaggi moltiplica gli interrogativi che disorientano l’intera comunità. Il politicamente corretto dell’ambiente scolastico spesso sfiora il ridicolo, manifestando l’evidente inadeguatezza con cui il mondo adulto si misura con i temi dell’educazione. Molta la carne al fuoco:i problemi dell’educare sono solo l’innesco di un congegno che interroga su ogni tipo di relazione. Scelte linguistiche definiscono inoltre il moltiplicarsi dei punti di vista su una verità più profonda dei banali schematismi. Il ricorrente ritorno dell’immagine del luogo del tragico incidente sancisce l’incombente permanenza di quanto resta irrisolto.
Pregevole l’equilibrio con cui le diverse sensibilità politiche dei personaggi (convincenti le interpretazioni) vengono sviluppate.
Venezia 76
JI YUAN TAI QI HAO – NO.7 CHERRY LANE
Regia Yonfan
Interpreti voci di Sylvia Chang, Zhao Wei, Alex Lam, Kelly Yao (animazione) / Hong Kong / 125’
Hong Kong 1997, al numero 7 di Cherry Lane si incrociano le storie di tre personaggi: Ziming, studente universitario che offre ripetizioni di inglese, la signora Yu e sua figlia Meiling, allieva di Ziming. Attraverso la visione dei film di Simone Signoret cresce il rapporto tra i tre, nell’alternarsi di realtà e immaginazione, in un crescendo di situazioni oniriche.
Il regista Yonfan, alle prese con il suo primo film di animazione interamente realizzato a mano, realizza un prodotto caratterizzato da: lentezza dei movimenti, la fissità dei volti e situazioni grottesche inserite in un’ambientazione bidimensionale ispirata all’arte espressionista contemporanea.
Colpisce l’uso della musica che compensa la scarsa espressività dei personaggi e l’attenzione ai dettagli scenografici.
“Il racconto è farcito di elementi contraddittori” come dichiara il regista. In particolare si evidenzia il continuo rimbalzo fra elementi della cultura orientale e occidentale collegati dalle citazioni di Ziming de “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust.
Molto attuali i riferimenti alla situazione di Hong Kong, città sospesa tra tradizione e innovazione, negli anni Sessanta e ancora ai nostri giorni.
Venezia 76
MARTIN EDEN
Regia Pietro Marcello
Interpreti Luca Marinelli, Jessica Cressy, Denise Sardisco, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Autilia Ranieri / Italia, Francia / 125’
È la storia del giovane marinaio che si introduce in una famiglia alto borghese, si innamora della figlia e decide di diventare scrittore superando rifiuti e difficoltà.
Il regista Pietro Marcello propone una rilettura del romanzo di Jack London trasponendolo in una Napoli paradigmatica in cui mescola al proprio girato spezzoni di epoca diversa, dagli anni del muto a scene di strada degli anni Ottanta; anche le musiche sono stranianti e appartenenti a generi ed epoche diverse.
Come nel romanzo, la cultura diventa strumento di emancipazione e fonte di delusioni al tempo stesso; tutti i contrasti, volutamente accentuati da una sceneggiatura non sempre convincente nel suo volersi sganciare da ogni coordinata temporale, vengono interpretati dalla presenza scenica di Luca Marinelli che cerca di ricreare il tormento del suo personaggio.
La mescolanza di dialetti italiani, dei generi e dei periodi musicali nella colonna sonora, di porti e città, di lotta politica e amore, tenta di restituire una riflessione generale sul ‘900 e le sue contraddizioni.