Venerdì 7 Settembre
Venezia 75
CAPRI-REVOLUTION
di Mario Martone
con Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta, Jenna Thiam, Ludovico Girardello, Lola Klamroth, Maximilian Dirr, Donatella Finocchiaro (Italia, Francia / 122’)
Capri 1914. Lucia, una giovane capraia di famiglia tradizionale viene incuriosita da una comunità che conduce uno stile di vita libero ed estraneo alla realtà dell’epoca. Il regista, Mario Martone (“Noi credevamo” – 2010, “Il giovane favoloso” – 2014) si ispira alla comune fondata dal pittore Karl Diefenbach. La protagonista viene sempre più coinvolta da questo movimento, che la porterà ad allontanarsi dalla sua quotidianità e ad emanciparsi. Lo scoppio della guerra determinerà il punto di rottura di questo fragile equilibrio. Degna di nota la musica, talvolta eseguita in scena, che accompagna buona parte del film. Accolto senza troppo entusiasmo al Lido, non tutte le scelte narrative convincono.
Venezia 75
THE NIGHTINGALE
di Jennifer Kent
con Aisling Franciosi, Sam Claflin, Baykali Ganambarr, Damon Herriman, Harry Greenwood, Ewen Leslie, Michael Sheasby, Charlie Shotwell / Australia / 136’
Claire, irlandese ex-galeotta, si trova al servizio di un tenente inglese nell’Australia aborigena del 1825. Persi marito e bambina durante una violenza perpetrata nei suoi confronti dal tenente e dai suoi sottoposti, la protagonista comincia un percorso di vendetta personale, accompagnata da Billy, uno schiavo locale. La regia insiste su scene molto crude e quasi splatter (non sempre necessarie) che colpiscono allo stomaco. Più convincenti la gestione di immagini sul piano onirico e le musiche fortemente evocative. Temi indubbiamente importanti, ma, nel complesso, le modalità espressive non convincono.
Fuori concorso
UNA STORIA SENZA NOME
di Roberto Andò
con Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante, Alessandro Gassmann (Italia, Francia / 110’)
Roberto Andò (“Viva la libertà” – 2013, “Le confessioni” – 2016) racconta una storia di mafia tra Roma e Palermo. Visto il tema, ci si aspetterebbe un film drammatico, invece è una parodia; non una parodia demenziale, ma una commedia intelligente e ben condotta, che sfrutta l’escamotage del corto circuito tra cinema e realtà per costruire, tra citazioni irridenti e nostalgia di legalità e giustizia, sempre con grande leggerezza, una denuncia dell’ennesima trattativa, questa fin troppo ispirata ad una vicenda reale, tra Stato e Cosa Nostra, quando il recupero di un Caravaggio rischiò di venir barattato con l’abrogazione del 41/bis sul regime carcerario. Il film funziona. Cast di alto livello.
Fuori concorso
YING (OMBRA)
di Zhang Yimou
con Deng Chao, Sun Li, Zheng Kai, Wang Qianyuan, Wang Jingchun, Hu Jun, Guan Xiaotong, Wu Leo (Cina / 116’)
Nella corte di un re dell’antica Cina si intrecciano trame e giochi di potere volti all’avanzamento politico quanto al desiderio di vendetta personale. Ferito mortamente, il comandante supremo addestra in segreto un suo sosia denominato “ombra” perché porti a termine la sua ultima missione: la riconquista della città di Jing, perduta in una battaglia anni prima. Reinterpretazione del “romanzo dei tre regni”, un classico epico della letteratura cinese, il film incarna in pieno la filosofia orientale della contrapposizione e complementarità tra “Yin” e “Yang”, attraverso la frequente duplicazione dell’immagine tramite specchi o la presentazione di alcuni personaggi in silhouette o visti attraverso un telo. Il tema del doppio viene ulteriormente sottolineato da una fotografia che gioca principalmente sui toni contrapposti del bianco e del nero e dalla colonna sonora fortemente improntata al duetto. Intrattiene e appassiona anche grazie ad un ritmo serrato, adatto ad uno stile decisamente epico e sopra le righe.
Sconfini
IL BANCHIERE ANARCHICO
di Giulio Base
con Giulio Base, Paolo Fosso (Italia / 82’)
“Cineracconto di raziocinio” tratto dal romanzo omonimo di F. Pessoa. Regista, sceneggiatore ed interprete, Giulio Base (“Crack” 1991, “La coppia dei campioni” 2016, 47 episodi della fiction Don Matteo e molto altro) realizza un singolare pamphlet fondato sul rigore e l’essenzialità in una “messinscena da ragion pura, con primi piani alla logica” più che agli attori, come dichiara lui stesso. Un cinema nitido, che parla attraverso i dettagli, quasi isolati in un ambiente rarefatto: una cena di compleanno, due personaggi, una scacchiera, alternanza di bianchi e di neri, di luce e di buio. In questo “teatro” il ricchissimo banchiere-finanziere-magnate figlio di proletari dimostra filosofeggiando all’unico commensale invitato di essere un vero anarchico, nella convinzione teorica e nella prassi delle scelte di vita. L’argomentazione sorprende ed avvince, logica nei suoi paradossi, per tutti gli 82 minuti. Bella prova attoriale di Base, che si conferma artista colto e poliedrico.
Settimana della critica
LISSA AMMETSAJJEL / STILL RECORDING
di Saaed Al Batal, Ghiath Ayoub
(Siria, Libano, Qatar, Francia / 116’)
2011 – 2015, quattro anni della realtà siriana tra regime e anarchia vengono documentati da due amici: Saaed e Milad (uno è il regista, l’altro il fotografo). Attraverso un accurato lavoro di montaggio, i registi offrono un prodotto veritiero che sviscera da molteplici punti di vista la disarmante e drammatica realtà di quelle zone. Sonoro in presa diretta con rari inserti musicali e canti registrati dal vivo. I protagonisti, prima intervistatori, poi a loro volta intervistati, sembrano voler disperatamente contrapporre i loro strumenti di comunicazione alle armi di tutti gli altri personaggi del documentario. Diverse immagini suggeriscono, non senza tocchi poetici, una speranza, malgrado tutto.